3/03/2013

Alla foce del Ter

Agli inizi di marzo, qualche giorno dopo una settimana di piogge intense e di tempeste di mare, siamo stati di nuovo insieme a Carme a fare una gita alla foce del fiume Ter. La parte finale del fiume, situata nelle prossimità di Torroella de Montgrí, è ampia e maestosa, perfettamente capace di assorbire le piene di un fiume che, a volte, giunge veramente carico di acque, come appunto era accaduto nei giorni precedenti alla nostra visita. Ecco due scorci del fiume, guardando prima verso il mare, e poi verso la montagna rocciosa del Montgri.




Gli ultimi metri del fiume avevano acquisito un tono più vicino al marrone del fango che al blu dell'acqua, e si può dire lo stesso del mare, almeno fino ad un centinaio di metri dalla riva, che non è poco. 



La riva, carica di Poseidonie, che ho scoperto non sono propriamente delle alghe, bensì piante marine. Ecco uno dei vantaggi di muoversi in compagnia di una biologa.


La forza della mareggiata (e anche della piena del fiume) si poteva misurare per la quantità e la stranezza degli oggetti –o la dimensione dei pesci e conchiglie– che si trovavano gettati sulla spiaggia. 


Queste sono carpe di acqua dolce, prima trascinate in mare dalla piena del fiume, poi sbattute in spiaggia dalla furia del mare. Ne avremo visto una decina nell'arco di mezzo chilometro. 


Tra i relitti vegetali, e oltre a una quantità inenarrabile di canne strappate al fiume e accumulate confusamente sull'arenile, ecco un paio di pezzi notevoli, per dimensione e peso. Questo è un ceppo, con un moncone di radice. Ma quello che viene dopo è un vero e proprio albero di circa dieci metri!



Il senso delle proporzioni ce lo danno questi due ragazzini che giocavano ad arrampicarsi sui rami dell'albero caduto. Con un misto di temerarietà e di prudenza che mi è sembrato ammirevole, i due saggiavano, con estrema attenzione, i limiti della resistenza dei rami e della loro audacia. 







1 commento:

Jordi ha detto...

Molt interessant,
jordill.