11/30/2008

Incontro alla Torre dell'orologio

La torre dell'orologio (Torre del rellotge) è una splendida casa situata al Figaró, dove lo scorso sabato, 29 novembre, ha avuto luogo un incontro interessantissimo, in preparazione all'edizione 2008 dell'annuario della Fundazione Betiko, dedicata ai movimenti sociali. Il giardino della casa sfoggiava la sua veste autunnale. Dopo una giornata di pioggia, ci è stato regalato un imbrunire di rara bellezza.






Alcuni dei protagonisti







Il tempo dedicato a scattare foto è stato minimo. In realtà, la mente era concentrata sui temi dell'incontro...
Queste immagini sono state fatte nel pomeriggio, prima di riprendere la seduta. Alcune le ho trasformate in bianco e nero per poterle schiarirle meglio. Mancano Oriol, Anna e Ramon, oltre al sottoscritto, sempre nascosto dietro l'obiettivo...

8/24/2008

A Girona, di passaggio

Nel viaggio di ritorno, mi sono fermato a Girona, città nobile ed elegantissima, piena di angolini da scoprire, soprattutto nella parte antica. Qui una facciata con decorazione modernista restaurata di recente.


Un bel complesso di chiese, non lontano dalla cattedrale.


Questa scultura recente, situata in un parco, serve a ricordare che ci troviamo nell'antico quartiere ebreo.


Teoria quasi infinita di arcate nell'ingresso laterale della cattedrale. C'è anche un minuscolo nido di rondine...

Sant Martí del Canigó

Ciò che rende unica l'abbazia di Sant Martí del Canigó è la ponizione, arroccata sui contrafforti rocciosi che circondano la montagna da cui prende il nome, e che per la cultura catalana è un riferimento importante. Ci siamo recati lì con Serge, passando per un sentiero che risale su un crinale ripidissimo e sbuca sul retro della chiesa. Qui si intravedono già alcune costruzioni, affacciate a strapiombo su un dislivello notevole, che l'immagine raccoglie solo in misura molto piccola.


L'essenza di Sant Martí è la montagna che la circonda, ricca di boschi nei quali spiccano dei castagni enormi.


Ecco Serge, col campanile sullo sfondo.


L'abbazia, agli inizi del secolo, era praticamente distrutta, ed è stata ricostruita pressochè per intero. La cosa veramente più sensazionale è questo frammento di chiostro aperto verso le montagne.


Già di rientro, ci siamo fermati al fiume a fare un bagno, in questo angolino bellissimo che ho cercato di raccogliere quasi a 180º.

L'abbazia di Serrabona

Una domenica pomeriggio siamo andati, con Serge, Sophie ed Eva (due vicine di casa di Serge) a visitare l'abbazia di Serrabona, al sud della Francia ovvero nella Catalogna nord, come si preferisce. Forma parte di una trilogia di insediamenti monastici, insieme a Sant Miquel de Cuixà e Sant Martí del Canigó.
L'esteriore è di una austerità più che francescana: un romanico di pietra severa pressochè senza concessioni decorative.


La decorazione si concentra nei capitelli, unico spazio che illustra delle storie. Questo è tratto dal semichiostro d'ingresso (in realtà, più che di chiostro si tratta di un'unica arcata che accompagna un lato della chiesa).


La zona centrale è caratterizzata da questo colonnato magnifico che separava la zona dei fedeli da quelli riservata ai frati. Bei capitelli disposti su una struttura a nervature di marmo, che formano come dei cilindri curvi che accompagnano le arcate. La chiave di volta è dunque una sorta di croce tubolare, originalissima.


In questa immagine si vedono Eva e Sophie, la prima un po' mossa.


Giochi di tetti all'esterno della chiesa.

Di nuovo a la Plana

Gli appuntamenti con la Plana si ripetono di anno in anno. È uno dei punti di riferimento che da vent'anni a questa parte non si sono perduti. Stavolta mi hanno invitato a parlare della decrescita, nel corso delle loro attività d'agosto, in un clima di mezza vacanza. Dalla piccola finestra del bagno al primo piano, ho tratto questo paziente lavoro di filatura.




Una vista panoramica dei campi antistanti alla grande casa, che si scorge sulla destra. Piano piano, l'insiediamento si diversifica e diventa complesso, senza perdere l'ampiezza e l'apertura degli spazi.


In una radura tra i pini, è stato ricreato il percorso di un celebre labirinto, che invita ad un affascinante (e lungo) percorso per arrivare al centro. Una meditazione che si fa con tutto il corpo.

Una gita a Capo Comino

Unica escursione di quest'anno, abbiamo attraversato l'isola per fare visita a Gavino Diana, Angela e Violetta nella zona di Capo Comino. Purtroppo, della gita ho fatto pochissime foto. Tra queste, una serie di immagini, che ho unito in una vista panoramica, di uno spazio umido proprio sul retro della spiaggia. Vale forse la pena ampliarla.


Marina e Michele condividono gli auricolari dell'mp3. Una simpatica variante tecnologica di affetto fraterno.

"Souvenirs" da Siddi

Michele in versione pastorello. Porta sulle spalle una lunga canna per battere le mandorle dai rami alti degli alberi.


Le luci del mattino favoriscono sempre piccole fantasmagorie d'ombre.


Pietro, all'ombra del boschetto del fratello Nanni, nella zona di Pauli Arbarei. È il ricordo di una bella passeggiata mattutina, ricca di conversazioni.


Collezione di spiedi nella vecchia cucina di Siddi, vicino al caminetto.


Marina, in posa. (Ma dove si sarà vista una furbetta come questa?)

8/23/2008

Musica all'alba, a Siddi

Insieme a mamma, abbiamo fatto una levataccia per assistere al concerto che saluta l'alba alla giara di Siddi, nello spiazzo antistante a Sa Domu 'e s'Orcu, la tomba dei giganti che è certamente il principale elemento di interesse archeologico del paese. Questa iniziativa si svolge, come già da alcuni anni, all'interno del programma di "Abbondante mente", giornate dedicate alla riscoperta di saperi e sapori tipici del luogo, nella linea dello "Slow Food".



In questa immagine si può apprezzare l'atto vandalico, consumato a quanto pare la notte prima del concerto, che ha lasciato sulle pietre megalitiche del monumento due scritte fatte con pittura spray contro la zona di protezione speciale (ZPS). Veramente assurdo.

7/20/2008

Gavoi: l'isola delle storie

Quest'anno ho partecipato per la prima volta —in compagnia di mio figlio Michele— al festival di letteratura di Gavoi. Un incontro ricchissimo di eventi e, almeno per me, di sorprese. Le prime tre immagini si riferiscono all'"Incontro al balcone", una intervista che Gigliola Sulis faceva ogni mattina alle 10 a una scrittrice (in questo caso si tratta di Milena Agus), in uno spazio conosciuto come "S'Antana 'e susu". La piazza antistante si riempie in ogni angolo, risalendo nelle stradine adiacenti, perfino nelle zone in pieno sole, nonostante il caldo. Davvero impressionante.




Per altro verso, tra l'intensità dei programmi e il fatto che non amo le agglomerazioni, alla fine ho fatto pochissime fotografie degli spazi gremiti di gente nei quali si suddividevano le attività del Festival. Questa qui sotto è un dettaglio del cortile della "Domu 'e tiu Maoddi", con i caratteristici tendoni per ripararsi dal caldo. Per chi fosse curioso di vedere di più, guardare a www.isoladellestorie.it dove si possono trovare ampi reportage fotografici "ufficiali" del festival.


Qui siamo ai giardini delle scuole elementari dove, nel pomeriggio, si svolgevano delle interviste con scrittori esordienti. I "baldi giovani" in primo piano sono Michele ed Enrico.

Gavoi

Gavoi si adagia su un crinale erto ma non troppo, ben esposto a sud-est e protetto dai freddi del nord. Dicono che sta nel centro geometrico dell'isola; in ogni caso, si ha la sensazione di stare in un luogo che assomiglia a un ombelico...
Le montagne attorno sono ammantate da magnifici boschi di quercie e castagni, in mezzo ai quali si adagia il lago di Gusana, che aggiunge un riflesso azzurro agli sguardi profondi dei luoghi. È un paese che riceve delle luci bellissime, soprattutto di prima mattina. Le stradine della zona antica sono lastricate di granito, la pietra locale. Una parte del successo del festival, senza dubbio, gli viene dagli spazi in cui si svolge (e dalla gente che ci vive)...




Gavoi: due chiese

Il rosone è della parrocchiale di San Gavino, fotografato con luci diverse (pomeriggio e mattina presto).



La chiesa di Sant'Antioco (Santu Antiocru, lo chiamano...) è uno degli epicentri del festival. Questo è il campanile a veletta, anche qui in due momenti del mattino (la seconda, prima che sorga il sole).