12/18/2012

Il lavatoio (el safareig)

Una delle cose curiose d'El Molar è il lavatoio. Si trova distante dal centro urbano, per arrivarci bisogna camminare una buona manciata di minuti, dopo avere attraversato dei campi di olivi e mandorli e disceso un crinale piuttosto ripido. È una struttura apparentemente abbandonata, anche se gli spazi adiacenti sono ben tenuti, c'è anche un campetto con dei canestri da basket con la reticella in metallo. La struttura interna del lavatoio mantiene le vasche più o meno ben conservate, e l'acqua crea giochi visivi molto interessanti. Dal modo in cui Roser, l'anima del Perxe, mi ha consigliato di andarci, si deduce che questo "safareig" (così si chiama, in catalano) è una meta obbligata per qualunque visitatore, anche solo di passaggio. E mi viene da pensare che, con l'onnipresenza delle macchine fotografiche digitali, potrebbe costituire anche una specie di "banco di prova", col quale le persone del posto possono valutare i loro ospiti: per come guardano, per quello che sanno vedere di ciò che gli si offre alla vista. Proprio perché si tratta di un tema ricorrente, visto e rivisto mille volte, fotografato da tutti gli angoli visivi e con tutte le luci, permette di cogliere meglio di qualunque altro le differenze tra gli osservatori. Ecco, allora, quello che sono riuscito a tirarne fuori nella mezz'ora della mia visita del dicembre scorso.






















Interessante l'intreccio di canne della copertura del tetto.




























12/17/2012

El Molar

A metà dicembre sono stato invitato a parlare di Accabadora al Centre Quim Soler, al Priorat, nella località d'El Molar. Sarebbe lungo raccontare di quella magnifica esperienza, di cui però esiste un bel riassunto in catalano, firmato da Matilde Martínez: http://prioratenpersona.cat/cronica-de-la-tertulia-viteraria-de-tardor-lacabadora-de-michela-murgia/
In quell'occasione ho potuto fare qualche fotografia, cominciando per l'alba magnifica di cui ho goduto dalla stanza in cui ero ospitato (al Perxe, la struttura di turismo rurale che ospita il centro Quim Soler, dedicato alla letteratura e al vino, francamente consigliabile: www.perxe.com ).

 



 Ecco alcuni piccoli dettagli della casa, che avrebbe meritato ben alto reportage fotografico: una bella struttura, arredata con sobrietà, calore e buon gusto.





La cassetta della posta.


Ecco qualche dettaglio rubato in una brevissima visita al paese d'El Molar.




La cosa divertente di questo appendiabiti è che si trova in piena strada.



 Prima del gps ci si orientava così.


Fioritura invernale.





12/10/2012

Atzucac

Questa è l'opera che manderò in Giappone, per partecipare a "Veus a l'extrem" (Voci agli estremi) un progetto di scambio tra artisti giapponesi e catalani (o residenti in Catalogna), che si svolgerà a gennaio in Giappone e durante la primavera in Catalogna, a la Garriga.
Il titolo è "Atzucac", una parola molto interessante il cui significato in catalano è prossimo al concetto di stallo, o di situazione senza sbocco. L'ho fatto utilizzando dei ritagli di materiale vinilico adesivo, di quello che si usa nel mondo della grafica industriale, gentilmente regalatomi da Enric Torrents, di GraficVisual.
La fotografia, purtroppo, lascia un po' a desiderare, e il pezzo ha una dimensione (50x50) che non permette l'uso dello scanner.


10/08/2012

In azione

Questo personaggio sinistro ahimè sono io, durante la presentazione alle giornate di Bogotà.


Qui con Gustavo Wilches, un gran saggio colombiano, che ha fatto un magnifico intervento.


Eccoci a Medellín, vari giorni dopo, nel cortile di una delle sedi dell'ITM, università tecnologica pubblica.
Mi ha sopreso un tabellone elettronico, visibile nella foto, dal quale si emettevano informazioni animate.


La prima giornata, a Medellín, l'abbiamo fatta in questa "cattedrale", ora sconsacrata...




Nei giorni successivi, ci hanno messo in una sala più piccola. Ecco Chris che fa il suo intervento.


Queste immagini sono invece relative ad una visita in una scuola d'arte, sempre di Medellín.



Panoramiche

La città di Bogotá, immensa, vista dalla terrazza di Monserrate.


Questa è invece Medellín, da un terrazzo dell'università ITM, guardando verso sud.


Sempre a Medellín, uno sguardo in direzione opposta, verso il nord dei quartieri poveri.


Infine, una panorama di pubblico, alla Uniminuto, in un incontro con gli studenti.


Curiosità

Una delle caratteristiche di Bogotá riguarda il suo sistema di trasporto pubblico, affidato in prevalenza a dei piccoli bus, che si caratterizzano per la gamma molto varia di colori della carrozzeria, per i cartelli con cui annunciano i loro percorsi (che non sono riuscito a fotografare), anche loro sgargianti e fantasiosi, per il funzionamento semianarchico per ciò che riguarda le fermate (l'autista può raccoglierti e scaricarti dove a te conviene, senza che esistano posti fissi e prestabiliti), e altre cose del genere. 


Qua siamo fuori Bogotá, ma le caratteristiche non cambiano di molto...


Questa immagine, invece, è di Medellín. Qui cambia un poco la fattura dei cartelli, oltre al fatto che devo riconoscere che, in questa città, non ho mai preso il bus.


La cosa curiosa è che il guidatore del bus spesso è anche proprietario del veicolo, sicché nei fine settimana porta a spasso la famiglia. Anche se non sempre dev'essere divertentissimo... 


Un'altra cosa divertente sono le bancarelle, specializzate nel vendere di tutto un po', senza che si possa scorgere una categoria di prodotto chiara...


Nel caso del fruttivendolo, insieme a banane e ortaggi diversi, c'è anche la vendita di minuti di cellulare.


Anche questo, piccolo ma feroce.


Un negozio di alimenti nella quartiere della Candelaria.