8/22/2013

Archivi: le "Porte d'oriente" di Rosanna Rossi

Nel maggio del 2011, Rosanna Rossi, una delle artiste più serie e instancabili che abitino la nostra terra, esponeva, nello spazio dedicato alle mostre temporanee della Cittadella dei Musei, le sue "Porte d'Oriente", una mostra bellissima che si integrava alla perfezione in quell'ambiente previlegiato.
Affascinato dalla bellezza dell'insieme e dei dettagli, scattai queste foto che pubblico oggi, nel giorno del suo compleanno, come piccolo affettuoso omaggio al suo lavoro, che ammiro.















8/01/2013

Dedicato a Maria Lai

Il 15 giugno ho scritto queste parole dedicate a Maria Lai, circa un mese dopo la sua scomparsa. Desideravo e insieme temevo condensare in un testo tutta l'emozione e i pensieri e l'enorme debito di riconoscenza che sento nei confronti di questa donna straordinaria, che ho avuto la fortuna di conoscere da vicino, grazie alla sua amicizia con la mia famiglia.
Ora che è passato un po' di tempo, mi viene voglia di condividere lo scritto –che è stato letto finora da una diecina scarsa di persone– con chi abbia voglia e tempo di farlo.
Aggiungo, come accompagnamento, alcune immagini che scattai alcuni anni fa al lavatoio di Ulassai, non senza difficoltà, visto che le porte erano chiuse e che ho dovuto sporgere la macchina fotografica attraverso le sbarre della porta per riuscire a fare qualche scatto dell'interno.




Quest'ultima immagine è un ritratto pressoché rubato, scattato senza il tempo di decidere il tempo di esposizione né praticamente niente. Eravamo nella casa di Cardedu, ed avevamo appena finito di guardare insieme le immagini di un libretto che le avevo regalato. Ma lei si stancava presto, non poteva continuare, e così è andata via, quasi d'improvviso.
Era l'estate del 2012. L'ultima volta che io l'ho vista camminare ancora. 



A Maria Lai



Ho avuto bisogno di tempo
molto tempo
prima di riuscire a scriverti
– tempo per saggiare l'altezza
da cui ancora ci osservi
quegli orizzonti inesplorati
dove sorridevi allo sgomento
tu, come una rondine
avvezza alla vertigine
per cui lo spazio era alimento
àmbito di giochi alchemici
con la materia e il senso.
Ci sei stata maestra
dal silenzio
il tuo silenzio di costellazioni
e pietre
e fili fitti
da cui ordivi incanti austeri
con una tenace fedeltà all'asciutto
alla dignità del nero
al fervore del bianco
da dove i segni crescono
col vigore del virgulto
gesto intatto e limpido
perfino nei nodi
arborescenza del pensiero
nel farsi della forma.
E tutto si riassume nel tuo sguardo
ascoltatore
ampissimo
rapace di dolcezze
sguardo di solitudini e pasture
tesoro di crinali
velluto e pane che fermenta.
Sta qui la tua lezione e la forza
il magistero di concentrazione
che ci lasci
il ricordo di un ardire
di ali spiegate
tu, piccola rondine
palpitante e fragile
nell'infinito
invincibile.


(15.06.2013)