1/27/2013

La Costa del Montseny

La chiamano "Costa del Montseny", anche se è sul fianco sudorientale del massiccio montagnoso da cui prende il nome. È una zona dotata di un microclima incredibile, ben protetta dai venti freddi che arrivano dal nord. Ci sono stato insieme a Carme, una amica biologa che non vedevo da anni, in un venerdì soleggiato di fine gennaio. 

La zona è presieduta da una piccola chiesetta del XII secolo, dedicata guarda caso a santo Stefano, costruzione insolita, dotata di una curiosissima scala esterna che conduce al campanile, piuttosto originale, curiosamente fuso con la facciata.


Sul lato della chiesa ci sono dei giardinetti, che terminano in un piccolo cimitero rurale, che dà sul retro. Qui, affacciato sulla valle immensa che si stende ai piedi della montagna, c'è uno spazio coperto, che viene chiamato "el comunidor", e che fungeva da luogo di incontro e di riunione tra gli abitanti del posto.
Al centro di questo quadrato aperto alle viste ma protetto dalle inclemenze del cielo, c'è una sorta di pozzo su cui si trova questa sorta di scultura con due uccelli ritagliati nel ferro battuto. Si scorge anche una Omega, che anticamente era accompagnata da una Alfa, oggi perduta.


La chiesa custodisce una Madonna con Bambino, abbastanza curiosa, per il volatile che il piccolo Gesù stringe tra le mani, tra l'altro con una certa audacia, visto che l'animale, probabilmente contrariato (lo tiene afferrato per l'ala!) becca il dito del divino bambinello. 
La nicchia della Vergine è vegliata da due angioletti suonatori.






Questo retablo si trova vicino all'ingresso della chiesa, sul lato opposto all'abside.



 Questa signora, che posa con tanta fierezza davanti al mio obiettivo, si occupa di tenere pulita la chiesa e il giardino, con una dedizione magnifica, piena di allegria e semplicità. Si chiama Carmeta.



Una vista della scala che porta al campanile.